Migliaia di persone, in Italia e nel resto del mondo, colpite da gravi patologie, a carico di organi vitali, ritornano ad una vita normale grazie alla terapia ormai consolidata e risolutiva: il trapianto di organi.
Noi trapiantati, dopo aver vissuto questa esperienza prodigiosa e toccante, abbiamo sentito il dovere di impegnarci in vari modi per aiutare chi dovra’ affrontare un trapianto, per fare in modo che la persona trapiantata sia consapevole, seguita ed aiutata possibilmente in strutture ospedaliere idonee e per diffondere sempre di più nella popolazione una cultura del trapianto e della donazione di organi in modo da rendere questa conquista della scienza accessibile a tutti coloro che avranno, in futuro, come unica alternativa di vita questa terapia.
L’Italia è tra gli ultimi Paesi Europei per il numero di donatori d’organo, eppure sono migliaia le persone gravemente ammalate o che si ammaleranno ed avranno come unica possibilità di salvezza il trapianto.
La solidarietà, in determinati frangenti, non è facile né sorge spontanea; esige conoscenza, sensibilità presa di coscienza: nella donazione di organi raggiunge una delle espressioni più significative e forti, perché si tratta di salvare da morte sicura o da condizione di grave sofferenza e limitatezza altre persone, donando parte del proprio corpo nel momento in cui non ne abbiamo più bisogno, cioè dopo la nostra morte.
Chiunque potrebbe trovarsi nel bisogno (purtroppo su questa eventualità ognuno deve riflettere), perciò è fondamentale non lasciare che dubbi, pregiudizi od informazioni scorrette impediscono di compiere un atto di grande solidarietà umana e sociale.
Diceva Papa Giovanni Paolo II° nel 1991 in occasione di un’udienza ad un gruppo di medici: "
E’ essenziale non ignorare i valori morali e spirituale che entrano in gioco quando degli individui liberamente e consapevolmente decidono di donare una parte si se’, una parte del loro corpo, al fine di salvare la vita ad un altro essere umano".I genitori di Nicholas Green, che hanno donato gli organi del proprio figlio ucciso in Italia da malviventi, lasciando l’Italia, hanno detto
"il nostro bambino non è stato invano in questo Paese; per ripagarlo di tutto il bene che ne ha ricevuto, egli è oggi vivo nel corpo dei cinque bambini italiani che hanno i suoi organi.Sarà il loro amico per tutta la vita"
L’istintivo rifiuto di pensare alla morte impedisce a molte persone di fare delle scelte sulla donazione di organi. Molti dei rifiuti alla donazione sono dovuti proprio alla difficoltà dei famigliari di dover
" testimoniare" una volontà del loro congiunto che non ha espresso e di essere chiamati a farlo in un momento doloroso e di particolare emotività.La scelta di donare gli organi è personale e non può essere imposta.
La libertà di scelta comporta però il dovere di esprimere la nostra volontà, è un dovere verso chi ha bisogno di trapianto, ma anche verso le persone che ci amano. Nel 1998, è stata istituita la "Giornata Nazionale della Donazione e Trapianto D’Organo." Questa importante iniziativa sarà celebrata ogni anno all’inizio della primavera nelle principali città italiane con manifestazioni pubbliche, dibattiti, eventi sportivi e la partecipazione di figure istituzionali, esperti del settore, pazienti trapianti e testimonials del mondo dello sport e dello spettacolo, per promuovere e favorire l’informazione sulla donazione ed il trapianto di organi.
"Questo è un avvenimento di alto valore morale e civile, per la diffusione di una sana e nuova cultura della solidarietà nei confronti di coloro che sono altrimenti destinati a non sopravvivere alle grandi patologie di cui sono afflitti."
Con queste parole il presidente della Repubblica
Oscar Luigi Scalfaro ha conferito il Suo alto patronato a questa iniziativa indetta su sollecitazione del Comitato Promotore, della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con ilpatrocino del Ministro della Sanità Nazionale su sollecitazione del Comitato Promotore (ANTF –ACTI – AIDO – ANED – ASSIRT) al quale certamente non mancherà la partecipazione
dell’A.T.O. (Puglia).